la Repubblica

MARTEDÌ, 16 DICEMBRE 2003
 
Pagina 4 - Interni
 
IL GIURISTA
 
Paolo Caretti, costituzionalista
 
"Temo lo scontro fra maggioranza e Quirinale"
 
 
 
gasparri Digitale, la legge aggira la Consulta
 
VLADIMIRO POLCHI

ROMA - Ora la maggioranza di governo potrebbe decidere di andare allo scontro frontale con il capo dello Stato, approvando con decreti legge i punti critici della Gasparri che hanno indotto Ciampi a non firmare. E´ il timore di Paolo Caretti, ordinario di diritto costituzionale a Firenze.
Professore, quali scenari si aprono ora?
«La legge di riforma del sistema radiotelevisivo torna alle Camere, accompagnata del messaggio presidenziale, in cui il Quirinale ha spiegato i punti di manifesta incostituzionalità».
Uno dei punti individuati è l´articolo 15, relativo al Sic.
«Il sistema integrato delle comunicazioni, sui cui calcolare il limite antitrust, è senza dubbio il punto più critico della Gasparri. Non solo non rispetta il principio del pluralismo informativo più volte affermato dalla Corte costituzionale, ma soprattutto viola le nuove direttive comunitarie sulla comunicazione elettronica, che si basano sul concetto di mercato rilevante, da determinare caso per caso».
A Ciampi non va giù neppure l´articolo 25 sul digitale terrestre.
«Con quella disposizione la Gasparri ha aggirato la Consulta. La sentenza del 2003 ha infatti ribadito che il digitale non può essere una scusa per non rispettare il 31 dicembre 2003 quale termine invalicabile per il trasferimento di Rete 4 sul satellite e per l´avvio della terza rete Rai senza pubblicità».
Le Camere potranno riapprovare la Gasparri senza modifiche?
«Certo il Parlamento può approvare un testo identico all´attuale e in tal caso il capo dello Stato è costretto a promulgare la legge. I vizi di costituzionalità potranno essere fatti valere, in un secondo momento, davanti alla Consulta. Ma è anche possibile che di fronte al rinvio presidenziale le Camere riprendano il dibattito e modifichino i punti contestati. C´è, infine, un ulteriore scenario che mi preoccupa».
Quale?
«La maggioranza potrebbe imboccare la strada del decreto legge, prima del 31 dicembre 2003, così da salvare Rete 4. Strada pericolosa, che darebbe vita a un conflitto istituzionale con il capo dello Stato».