la Repubblica

 

SABATO, 18 FEBBRAIO 2006

 

 

Pagina 22 - Commenti

 

IL SABATO DEL VILLAGGIO

 

IL CARNEVALE DEI SONDAGGI

 

 

 

 

GIOVANNI VALENTINI


L´ossessione e la capacità berlusconiana di controllare i mezzi di comunicazione potrebbero finire per essere sia la sua maggiore forza sia la sua più grande debolezza.
(da "Citizen Berlusconi" di Alexander Stille – Garzanti, 2006
–pag. 384).

A Carnevale, si sa, ogni scherzo vale. E allora, perché scandalizzarsi più di tanto per il sondaggio americano di Berlusconi? C´è un politico al mondo che sbandiererebbe ai quattro venti un pronostico elettorale negativo per sé, per il suo partito o per la sua coalizione? E qualcuno può ragionevolmente dubitare che il Cavaliere, con tutti i mezzi che ha a disposizione, non sia in grado di procurarsi al di qua o al di là dell´Oceano un mezzo sondaggio favorevole?
Nel disperato tentativo di recuperare la sua quota di mercato, Berlusconi segue una strategia fin troppo chiara e scoperta: richiamare alle armi i propri elettori, delusi e traditi da questi cinque anni di governo, per riportare alle urne il maggior numero possibile di quanti non sono andati più a votare per il centrodestra né alle europee né alle regionali. Se effettivamente avesse già vinto, o comunque fosse in vantaggio, il premier non sentirebbe il bisogno di un gesto così estremo. Ma anche se l´operazione riuscisse, non si può escludere che – come l´overdose televisiva – provochi un effetto uguale e contrario: quello di mobilitare gli elettori avversari, quelli più sfiduciati o demotivati, di fronte al pericolo che il Cavaliere vinca di nuovo le elezioni, torni al governo e addirittura salga fino al Colle.
Confezionato su ordinazione da una società di marketing, il sondaggio "made in Usa" è l´ultima trovata di un grande imbonitore che sarebbe capace di vendere frigoriferi agli esquimesi o lozioni magiche per i capelli a chiunque. Dallo shopping delle frequenze televisive a quello dei sondaggi, l´obiettivo è lo stesso: la conquista, la difesa e il rafforzamento del suo potere, mediatico, economico, politico.
Per lui, questa è davvero "l´arma totale", come l´ha definita ieri il direttore di Repubblica. La soluzione finale. La bomba H su Hiroshima o Nagasaki. Ed è rivelatore il fatto che, contemporaneamente, il presidente del Consiglio si sia affrettato a paventare brogli elettorali, come se fosse il leader dell´opposizione in esilio e non controllasse il ministero dell´Interno, con tutti gli annessi e connessi.
Lo scenario post-elettorale è già disegnato. O Berlusconi vince e allora il sondaggio americano era giusto; oppure, perde e allora i risultati delle urne sono sbagliati, cioè non sono regolari. E se per caso dovesse pareggiare, risulteranno vere entrambe le ipotesi: il sondaggio era ok e i risultati sono irregolari.
C´è da scommettere perciò che nelle prossime settimane, dopo "La Rimonta" e "Il Sorpasso", assisteremo alle puntate successive di questo stucchevole serial demoscopico: "Il Distacco", "La Vittoria", "Il Trionfo" e infine "L´Apoteosi". A colpi di sondaggi, forse alla fine si potrebbe anche fare a meno delle elezioni.

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Toccherà ancora una volta all´Autorità di garanzia sulle Comunicazioni, presieduta da Corrado Calabrò, mettere un limite a questo "Carnevale dei sondaggi", richiamando il rispetto delle norme che ne regolano l´utilizzazione in campagna elettorale. I risultati, secondo la legge sulla "par condicio", non si possono rendere pubblici né diffondere negli ultimi quindici giorni prima del voto. Ma anche al di fuori di questo periodo i sondaggi devono contenere una serie di indicazioni: soggetto che ha realizzato la ricerca, committente e acquirente, composizione del campione statistico, metodo di raccolta delle informazioni e di elaborazione dei dati, numero delle persone interpellate, domande rivolte, percentuale delle persone che hanno risposto a ciascuna domanda, data in cui è stata realizzata la rilevazione.
A tali criteri, s´è riferita la stessa Authority nella sua delibera del 3 febbraio scorso, in base al precedente Regolamento emesso nel 2002 e modificato nel 2003. Qui si prevedono anche sanzioni a carico dei trasgressori: obbligo di precisazione o rettifica, in primo luogo; e poi, eventualmente, sanzioni pecuniarie.
Ma a carico di chi? Dell´emittente o del giornale che viola le norme oppure della fonte, cioè l´autore del sondaggio e il politico che lo diffonde abusivamente?
Con i tempi che corrono, la questione interpretativa non è di poco conto. Si potrebbe anche configurare, infatti, una sorta di responsabilità oggettiva dei mass media che incorrono in queste trasgressioni.
Per i politici, invece, il problema è ancora più delicato. Nessuna Autorità può censurarli, tranne ovviamente il popolo sovrano, al momento del voto, nel segreto dell´urna.

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Fra le varie amenità di questa campagna elettorale mediatica, si segnala la "lotteria dei giornalisti" imposta alla Rai dalla Commissione parlamentare di Vigilanza. Secondo questa stravagante disposizione, ai "faccia a faccia" televisivi tra Berlusconi e Prodi dovrebbero intervenire colleghi estratti a sorte da due liste compilate dai contendenti. Giornalisti di fiducia, insomma; embedded come direbbero gli americani, incorporati nei rispettivi eserciti.
Non sarebbe il caso che l´Ordine professionale e la Federazione nazionale della Stampa sconsigliassero vivamente di accettare inviti del genere? E non farebbe bene ognuno di noi a respingerli, in nome della propria autonomia e dignità? Anzi, non sarebbe meglio dichiarare fin d´ora che non intendiamo partecipare a questa indecorosa lotteria?
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