ROMA
- Professore Ceccanti, lei ha firmato, insieme ad altri 50 giuristi, l´appello
di Articolo 21 contro la Gasparri. Perché?
«Io firmo raramente appelli sull´incostituzionalità di leggi e sono
critico sul fatto che ogni volta che non ci piace una legge di questo
governo diciamo anche che è incostituzionale. Questo governo ha spesso
fatto brutte leggi dal mio punto di vista politico, ma non tutte sono
incostituzionali. Ma ci sono due temi su è giusto essere intransigenti».
Quali temi?
«Gli interventi sulla giustizia, come il Lodo Maccanico che non sono
interventi di sistema, ma che servono a costituire situazioni di
privilegio. E poi ci sono quelli sul sistema informativo. Di fronte a
questi temi non siamo di fronte a generiche politiche di destra che non
condividiamo, ma che sono dentro la Costituzione. Le proposte sulla
giustizia e sul sistema informativo eccedono, forzano la Costituzione».
In che modo forzano la Costituzione?
«Per quanto riguarda la giustizia, hanno pensato di risolvere il
conflitto fra il principio della sovranità popolare e quello dell´uguaglianza
dei cittadini ricorrendo alla legge ordinaria. E qui c´è da aspettarsi
che questa legge avrà dei problemi quando il 9 dicembre sarà esaminata
dalla Consulta».
E sull´informazione dove sta la forzatura?
«Violano il limite temporale imposta dalla Corte costituzionale e violano
il limite antitrust. C´è infatti un evidente squilibrio del sistema
informativo e la Consulta ha posto problemi molto seri sulla fase di
transizione verso un sistema più equilibrato. Ma il governo tende a
spostare i termini in avanti in maniera indefinita dando per scontato che
intervengano in tempi brevi delle innovazioni tecnologiche...».
Il digitale terrestre?
«Esatto. Ma come ha fatto notare Sabino Cassese la Corte ha posto dei
paletti rigidi e non è dimostrato che il digitale terrestre arrivi molto
presto. Il secondo punto è che la legge Gasparri viola il tetto antitrust
perché allarga il numero delle cose su cui si calcola il limite
espandendo ad oltranza il numeratore rispetto al denominatore».
La Gasparri è una risposta al messaggio di Ciampi sul pluralismo?
«Questo è un altro problema aperto. In altri casi gli appelli a Ciampi a
non firmare erano discutibili e discussi. Ma questa volta, per la prima
volta, il presidente ha messo dei paletti preventivi con il suo messaggio.
Di fatto la Cdl mette in difficoltà il presidente rispetto alla sua
firma. Infine mi sembra che la Gasparri si iscriva nel solco della riforma
costituzionale del governo, che non prevede alcuna garanzia per l´opposizione.
In quel testo servirebbero oltre ai pesi, come alcuni poteri del premier
che posso trovare anche giusti, anche dei contrappesi. E andrebbero
previste anche delle garanzie antitrust ».
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