LAVORI PUBBLICI, COMUNICAZIONI (8a)

MARTEDI' 25 NOVEMBRE 2003
270a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
GRILLO



Intervengono il ministro delle comunicazioni Gasparri e il sottosegretario di Stato per lo stesso dicastero Innocenzi.

La seduta inizia alle ore 14,50.


IN SEDE REFERENTE

(2175-B) Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI-Radiotelevisione italiana Spa, nonché delega al Governo per l'emanazione del testo unico della radiotelevisione, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge d'iniziativa dei deputati Mazzucca; Giulietti; Giulietti; Foti; Caparini; Butti ed altri; Pistone ed altri; Cento; Bolognesi ed altri; Caparini ed altri; Collè ed altri; Santori; Lusetti ed altri; Carra ed altri; Maccanico; Soda e Grignaffini; Pezzella ed altri; Rizzo ed altri; Grignaffini ed altri; Burani Procaccini; Fassino ed altri; e del disegno di legge di iniziativa governativa, modificato dal Senato e nuovamente modificato dalla Camera dei deputati
( Seguito dell'esame e rinvio)


Riprende l'esame, sospeso nella seduta antimeridiana di oggi, con il prosieguo della discussione generale.

La senatrice FRANCO (DS-U), ritiene che il provvedimento in esame sia tra i più problematici dell’attuale legislatura. Per quanto riguarda i cambiamenti introdotti dalla Camera dei deputati osserva che questi risultano insufficienti ed incompleti. Non sono state infatti recepite le diverse proposte costruttive offerte dalla opposizione, relative, ad esempio, ad un osservatorio dei programmi indirizzati ai giovani ed alla richiesta di un impegno più esplicito della televisione pubblica verso i minori. Prendendo spunto dal messaggio del Presidente della Repubblica, sottolinea i passaggi che risultano disattesi dal provvedimento e ritiene che l’avvio del digitale non riesca a garantire quel pluralismo più volte richiamato nel citato messaggio. Fa presente, inoltre, che il passaggio definitivo dall’analogico al digitale, previsto per il 2006, sarà difficilmente attuabile in concreto. Il disegno di legge, che pure avrebbe potuto costituire un'occasione unica per l’avvio di un sistema realmente pluralistico, finisce invece per violare apertamente norme fondamentali della convivenza democratica, quali l’articolo 21 della Costituzione e l’articolo 10 della Carta europea dei diritti dell’uomo. Gli episodi di censura degli ultimi giorni rendono inoltre concrete quelle preoccupazioni che, fino a qualche giorno fa, potevano essere considerate soltanto teoriche. Riprende quindi alcune considerazioni formulate dal Presidente del Senato, in occasione di un recente convegno, relative ai principi di democrazia e d’informazione sui quali dichiara la propria incondizionata condivisione, manifestando tuttavia la propria perplessità allorché osserva che è proprio la maggioranza di Governo, alla prova dei fatti, a disattenderli. Fa presente infine che nell’ambito di una politica basata sempre più sulla spettacolarizzazione, risulta necessario regolare i meccanismi di partecipazione per evitare che la dominanza politica si esaurisca nella dominanza mediatica.

Il senatore SCALERA (Mar-DL-U) interviene illustrando il problema del pluralismo dell’informazione in Italia nel quadro europeo e sottolineando le specifiche caratteristiche del fenomeno italiano. La particolarità italiana consiste infatti nella concentrazione in capo ed un unico soggetto fra l'enorme potere mediatico e la titolarità del potere politico. Tale fenomeno finisce per configurare una grave frattura nei confronti di principi fondamentali affermati nella Costituzione, non ultimo l’articolo 51, evidentemente violato allorché prevede che l’accesso alle cariche elettive debba avvenire in condizioni di uguaglianza. Chiede infatti come si possa parlare di condizioni di uguaglianza, laddove una delle parti politiche dispone largamente dell’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa. Il sistema delineato dalla legge Gasparri aggrava le violazioni del pluralismo ed impedisce quella informazione differenziata che rappresenta uno dei cardini fondamentali di un sistema democratico. Nell’attuale contesto politico è necessario pertanto riflettere sugli effetti derivanti dal potere di esternazione del Presidente del Consiglio e dall’uso che questi ha fatto dei messaggi a reti unificate rivolti ai cittadini. La legge Gasparri finisce così per blindare il potere del Presidente del Consiglio sui mezzi d’informazione. Il problema del pluralismo dell’informazione si sposa naturalmente con il problema della forma di Governo e, poiché la riforma del settore delle telecomunicazioni dovrebbe essere affrontata con un approccio sistemico, richiederebbe la più ampia condivisione dei fini in essa contenuti. Le modifiche introdotte dal Senato e dalla Camera dei deputati sono invece di scarso significato politico e il provvedimento appare ormai imprigionato in logiche che negano il dialogo che ne impediscono il miglioramento.

Il senatore FABRIS (Misto-Udeur-PE) osserva preliminarmente che, fin dall'inizio dell'esame del provvedimento, l’atteggiamento della minoranza è stato aperto e collaborativo, mentre è stata evidente da parte della maggioranza una certa fretta nel condurre in porto il disegno di legge. La speditezza con cui la Casa della libertà ha condotto l’esame del provvedimento non può peraltro trovare giustificazione nell’urgenza della scadenza fissata dalla sentenza della Corte costituzionale per il trasferimento del satellite di Rete 4 entro il 31 dicembre prossimo, poiché più ampie e sistemiche erano le finalità che il disegno di legge avrebbe dovuto perseguire. In realtà, il confronto fra maggioranza e opposizione, sia al Senato che alla Camera dei deputati, è sembrato più una discussione fra sordi che un confronto parlamentare. Il messaggio del Presidente della Repubblica è stato soltanto una momentanea illusione che avrebbe dovuto stimolare la decisione parlamentare su norme che risultassero di garanzia per tutti. La maggioranza non ha inteso cogliere il richiamo del capo dello Stato, perdendo così una significativa occasione di riforma e manifestando indifferenza rispetto alla sollecitazione istituzionale del Presidente Ciampi. Manifesta quindi al Ministro delle comunicazioni la propria perplessità sui tempi di attuazione del passaggio del digitale e sul fatto che il pluralismo sarà una conseguenza immediata della disponibilità delle nuove tecnologie. Contesta quindi la definizione del sistema integrato delle comunicazioni che ha già attirato le critiche del Parlamento europeo. Per quanto riguarda infine l’impoverimento delle emittenti locali, conseguente al nuovo assetto radiotelevisivo del Paese, rimane perplesso nell’osservare che in seno alla maggioranza non si siano pronunciate le voci di coloro che più frequentemente si pronunciano in favore delle istanze localistiche.

Il senatore BOCO (Verdi-U) interviene sottolineando lo stretto rapporto tra democrazia, diritto di cittadinanza ed informazione. Accedere alle fonti d’informazione è infatti un momento essenziale affinché si sviluppi correttamente il diritto di cittadinanza. Il diritto ad attingere alle fonti d’informazione si configura quindi come un diritto costituzionalmente sancito. L’informazione non può dunque essere trattata in base alle risultanti di condizionamenti economici ma in funzione della sua valenza politica e sociale. In tale contesto deve essere pertanto definito il ruolo del servizio pubblico attinente all’informazione. Si sofferma quindi brevemente sul tema di rilevante attualità, date le modifiche introdotte dalla Camera dei deputati, inerente la tutela dei minori nei confronti del messaggi pubblicitari. A tale proposito ricorda la volontà propositiva manifestata concretamente nelle proposte formulate dal suo Gruppo, finalizzate anche alla definizione di nuove prospettive di sviluppo della televisione digitale.
Poiché non vi sono altri interventi, il presidente GRILLO dichiara quindi chiusa la discussione generale e, intervenendo in sede di replica, pone l’accento su alcune questioni emerse nel corso del dibattito. Per quanto riguarda la frettolosità della maggioranza nel portare a termine l’iter del provvedimento, ritiene l’osservazione infondata. A tale riguardo, fa presente che la discussione generale, appena conclusa si è svolta sull’intero provvedimento e non soltanto sulle parti da ultimo modificate dalla Camera dei deputati. Ricorda inoltre che la Commissione, nella precedente lettura, ha apportato modifiche importanti al testo del provvedimento ed ha effettuato alcune decine di sedute. Sulla questione della costituzionalità del disegno di legge, ritiene poi che il decreto legge n. 315 del 2003 più volte richiamato rientri nell’ambito di una tecnica normativa particolare che, condivisibile o meno, non determina alcuna forma di incostituzionalità. Per quanto riguarda infine il processo di privatizzazione dell’emittente pubblica, fa presente al senatore Zanda che la varietà delle opzioni possibili non consentono, in questo momento politico, di ravvisare una maggioranza che si aggreghi attorno ad un disegno di totale privatizzazione ad oggi non ancora definito.

Il sottosegretario Innocenzi dichiara di rinunciare ad intervenire in sede di replica.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,30.